domenica 2 settembre 2012

SI RIAPRE IL DIBATTITO SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA

La Corte Europea per i diritti dell'uomo boccia il divieto imposto dalla legge 40 sulla fecondazione assistita, di eseguire lo screening sugli embrioni delle coppie portatrici di gravi patologie, al fine dell'impianto dei soli embrioni sani.
La Corte ha evidenziato la contraddittorietà della norma in questione rispetto alla legge 194/78  che autorizza, invece,  l'aborto terapeutico nel caso in cui sia a rischio la salute della donna.
Infatti, la 194 autorizza  l'interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, "quando la donna accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica"; art. 6 lo autorizza  dopo i novanta giorni "quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna".
Per i giudici europei se lo stato tutela la salute psichica della donna consentendole di abortire un feto si contraddice nel vietarle preventivamente il controllo dell'embrione, al fine di evitare proprio il successivo aborto.
La sentenza della Corte per i diritti dell'uomo, come è stato anche autorevolmente sostenuto, può essere incorsa in un vizio procedurale e potrà essere impugnata quanto ad asserite contraddittorietà della motivazione, tuttavia le riflessione da fare sono altre.
Certo l'argomento in questione  è uno dei più difficili ed esula  dagli angusti confini del dogmatismo religioso, concernendo il più significativo campo del pensiero filosofico ove il dibattito è aperto sin dall'antichità. Da Aristotele in poi si è discusso sul momento in cui nel feto Dio infonde l'anima.  
Invero prima ancora di affrontare l'argomento della genesi dell'anima umana bisognerebbe risolvere quello relativo alla sua stessa effettiva esistenza.
A mio avviso, poichè il quesito è destinato a rimanere irrisolto, occorre in materia limitarsi ai meri aspetti di diritto.
Nel campo giuridico (del diritto vivente) non si può non tenere presente come la legge debba riflettere il comune sentire  dei cittadini ai quali la norma stessa è rivolta e che questo comune sentire rispecchi lo sviluppo morale, politico, scientifico, della società.
Certo all'interno di una società laica fortemente influenzata da una   "chiesa" non possono  non sussistere  dei  contrasti di opinioni, anche forti. E' questo il motivo per cui l'italia, sul piano dei diritti, è rimasta in dietro rispetto agli altri paesi europei.
La riprova di quanto sopra, è verificabile proprio con riferimento alla 194/78.
Si è trattato di una norma di compromesso che doveva mettere d'accordo laici e cattolici, limitando gli aborti a casi eccezzionali, mentre la sua applicazione è stata altra proprio perchè il "sentire comune", con il tempo,  è andato via via più nella direzione del riconoscimento del diritto delle donne di decidere se essere madri portando avanti la gravidanza.  
Perchè questo è il punto; nella scala dei valori come si colloca il diritto del feto (e ancor prima dell'embrione) rispetto ad altre tutele giuridiche?
La  graduatoria dei valori, e quindi dei diritti, è fondamentale per il legislatore; lo dimostra la stessa formulazione della legge 40/2004,  che attraverso le linee guida autorizza lo screening degli embrioni nel caso in cui l'uomo sia portatore di HIV ed epatite, quindi dando maggior importanza al pericolo sociale del contagio che ai diritto del feto.
E' un fatto di valori e avvaloramenti. La pena di morte è vietata perchè la vita è sacra, ma non lo è abbastanza in tempo di guerra; perchè la sopravvivenza dello stato è più importante della sopravvivenza del singolo.
Così si può, ed a mio avviso si deve,  ritenere che il diritto di autedeterminazione della donna venga prima del diritti dell'embrione.
In quest'ottica appare logica la decisione della Corte europea  di dichiarare la legge 40 in contrasto con  l'art. 8 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo, risultando lesiva del diritto ivi riconosciuto al rispetto della vita privata e familiare.
Una cosa è certa, riprenderà in Italia il dibattito sulla fecondazione assistita e forse sull'aborto, con la speranza che gli italiani si interessino alla questione in modo intelligente e responsabile, ascoltando la propria coscienza e non gli slogan della parrocchia.
 
 Luigi Riccio

1 commento:

  1. Sorprendente che i figli dei figli di Gaio e Ulpiano e Cicerone abbiamo dovuto attendere una sentenza della Corte Europea per prendere atto di quanto era lapalissiano per molti giudici e giuristi e anche per molti
    Profani di buon senso! Beh! Figli di ben
    Poco senno a quanto pare!!! Non
    Confido che la norma possa migliorare a breve, spetterà ai giudici continuare a disapplicarla caso per caso ; il nostro legislatore e' troppo bacchettone ( nella forma, non certo nella sostanza!!!) per ammettere di aver 'preso un
    Grosso granchio'

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