domenica 13 gennaio 2013

LA RECENTE SENTENZA DELLA CASSAZIONE OSTEGGIATA DAI CATTOLICI

I cristiani assumono che l'uomo sia fatto a somiglianza di Dio.
Invero la storia sembra ricordarci il contrario, proprio in relazione al comportamento dei più ferventi credenti.
Non voglio riferirmi ai crimini contro l'umanità commessi in nome delle religioni, sarebbe troppo facile dimostrare l'infondatezza dell'assunto citato; penso piuttosto alla discrasia tra il mio concetto di Dio e  l'atteggiamento di una parte del mondo cattoloco.
La mia rappresentazione mentale del  Supremo si richiama alla filosofia stoica: DIO è soprattutto "RAGIONE" e la ragione si identifica con il "BENE". Il COSMO ovvero l'universo è governato da leggi razionali eterne ed è pertanto in perfetto equilibrio.
L'evoluzione dalla conoscenza umana attraverso il progredire della scienza, con tutte le applicazioni pratiche che ne discendono, non fa altro, a mio avviso, che migliorare la condizione morale dell'uomo; appunto perchè la scienza si basa su principi razionali e avversa i pregiudizi e le illogicità.
A mio avviso, allora, quando  un autoproclamato rappresentante dell'Eterno esprime un concetto del tutto illogico fondato su fantasiosi assunti taotologici,  non fa altro che voltare le spalle a Dio.
Insomma la stupidità è una bestemmia e l'uomo in questo caso non ha nulla di divino.
La scienza giuridica non è stata certo immune dall'ansia di razionale progresso che da secoli affligge la parte più nobile dell'umanità.
Ecco che allora in nome di questo progresso scevro da pregiudizi da imposizioni teocratiche la Suprema Corte di Cassazione si è  logicamente pronunciata  a favore dell'affidamento del figlio di una coppia separata ad uno dei coniugi anche se quest'ultimo conviva con un partner dello stesso sesso.
Il compito del magistrato, come è noto, in questo caso, è quello di preoccuparsi principalmente dell'interesse del minore.
La Corte ha ritenuto che dal punto di vista scientifico non vi sia prova che un bambino cresciuto da una coppia gay ne risenta psicologicamente.
Il dato sembra pacifico anche se a molti cattolici poco importa dei dati scientifici, l'importante per loro e che l'umanita si genufletta non tanto a Dio quanto alle regole dettate dai suoi presunti ministri, anche se queste appaiono spesso contrarie, non solo alla ragione, ma all'etica intesa come sentimento del bene.
Che importa se due uomini o due donne si amano, se si rispettano, se insieme si rendono reciprocamente migliori, nulla. Conta di più il pregiudizio.
Il caso esaminato dalla Cassazione non riguarda certo la possibilità di adottare per le copie gay, tuttavia la  decisine può costituire un precedente logico a rendere pssibile, un domani, questa tipolgia di adozione.
In ogni caso non basterà la giurisprudenza a cambiare le cose; purtroppo i nostri parlamentari sono sempre molto attenti a non perdere il consenso dei cattolici, così che il voto di scambio prevale su qualsiasi aspirazione etica.
Accade allora che la magistratura, come spesso è avvenuto in tema di diritti inviolabili,  si trovi a precorrere i tempi e a scuotere le coscienze
Personalmente non so se sia oggettivamente meglio essere figlio di una coppia gay o etero, certo oggi, tenuto conto dei pregiudizi della società, è meglio la seconda ipotesi,  se non altro per non essere considerati un diverso o addirittura una vittima.
Dovendo esprimermi sul tema in questione, ovvero se sia negativo per un bambino crescere in una famiglia gay, mi sento di affermare che è negativo vivere senza amore, ovvero in una famiglia che non si prenda cura delle  necessità affettive e materiali del figlio.
Chi può dire se cresca più equilibrato il bambino allevato da due donne che gli leggono favole e poesie, piuttosto che quello affidato ad un padre omofobo e razzista che gli insegna a disprezzare il diverso ?
Le domande sono molte e solo i cattolici, vangelo alla mano, hanno una risposta per tutto.

Luigi Riccio
 

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