lunedì 28 gennaio 2013

IL GIORNO DELLA MEMORIA

Calliope è una musa pietosa, spesso ci prende per mano per alleviare il nostro sconforerto.
Anche i bambini di Terezin l'hanno vista aggirarsi in lacrime tra i corridoi del  lager .
Una pesia può rappresentare un secolo.
Un sonetto di Dante è sufficiente a illustrare il "300".
I versi di Eva Pichova', come quelli di molti suoi compagni nella sventura, sono un terribile monito per i tempi e le generazioni a venire.
Penso che tutti gli anni, nel giorno della memoria, insegnanti, politici e rappresentanti delle istituzioni, in gni sede, in ogni piazza,  debbano leggere le poesie dei bambini di Terezin.
Questi versi non narrano, con voce strozzata, solo l'orrore e il male assoluto, le lacrime celano una irriducibile speranza. Sta a noi uomini adulti, istruiti dal passato, trasformare il flebile sorriso di un bambino maltrattato  in un riso aperto, la speranza in felicità.

 
Oggi il ghetto prova una paura diversa,
Stretta nella sua morsa, la Morte brandisce una falce di ghiaccio.
Un male malvagio sparge il terrore nella sua scia,
Le vittime della sua ombra piangono e si contorcono.

Oggi il battito di un cuore di padre narra del suo terrore
E le madri nascondono la testa tra le mani.
Adesso qui i bimbi rantolano e muoiono di tifo
Il loro sudario sconta un’amara tassa.
Il mio cuore batte ancora nel mio petto
Mentre gli amici partono per altri mondi.
Forse è meglio – chi può saperlo? –
Assistere a ciò oppure morire oggi?
No, no, mio Dio, voglio vivere!
Senza vedere dissolversi i nostri numeri.
Vogliamo avere un mondo migliore,
Vogliamo lavorare – non dobbiamo morire!
 
Eva Pichova' .... dodici anni  (testo tratto dal sito dell'Unione Comunità Ebraiche Italiane)

 

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