domenica 16 giugno 2013

MEDIACONCILIAZIONE e linea programmatica del Governo

Abbiamo appreso che la linea programmatica del governo Letta prevede, tra le altre iniziative, il reingresso nel nostro sistema giudiziario (o paragiudiziario) della Mediaconciliazione obbligatoria.
Si ricorderà che la norma che aveva introdotto la conciliazione obbligatoria nel 2010 era stata bocciata dalla Corte Costituzionale per eccesso di delega; avvocati e giuristi ne avevano  denunciato allora vizi e lacune, rilevando come per molti aspetti quella disposizione di legge fosse incostituzionale, privando il cittadino della possibilità di immediato ricorso al giudice, non assicurando di fatto la difesa del cittadino da eventuali abusi, ponendo  a carico di quest'ultimo il costo gravoso della procedura.
Tuttavia, appare chiaro che i nostri governati di diverso colore, o di sbiadito uniforme colore, ritengono che, per risolvere l'endemico problema della giustizia civile, lo Stato non debba investire  risorse economiche per rafforzare il sistema giudiziario, ma demandare ad associazioni  private la risoluzione di buona parte dei contenziosi.
Una soluzione pilatesca alla quale dobbiamo abituarci.
E sia!!
In ogni caso auspico che, nell'elaborare i nuovo testo di legge sulla mediazione obbligatoria, il Governo tenga nella dovuta considerazione le censure mosse in allora dall' avvocatura, al fine di evitare un nuovo giudizio negativo della Corte Costituzionale.
Personalmente ritengo che la mediaconciliazione  possa evitare l'incostituzionalità solo a patto che sia gratuita; se peraltro lo fosse non ci sarebbe bisogno di renderla obbligatoria (sottraendola così dai molteplici dubbi di incostituzionalità), in quanto i cittadini, e gli avvocati con loro, vi accederebbero ben volentieri.
Purtroppo la struttura della conciliazione pensata dal legislatore del 2010 era troppo onerosa e financo inaccessibile per il cittadino privo di mezzi economici.
Succedeva infatti che le parti, accettato entrambe di sedersi al tavolo del mediatore, in caso di mancato accordo, dovevano comunque retribuire quest'ultimo per l'attività prestata.
Il compenso del mediatore era, il più delle volte, assai elevato e molto più gravoso rispetto alle spese di giustizia da versare alla cancelleria del tribunale, in sede contenziosa giudiziaria. 
Insomma, per riassumere il concetto con un'espressione dal sapore propagandistico, "la  giustizia deve essere gratis", nel senso che il cittadino deve poter accedere al tribunale, come ad un ospedale, senza costi, o con costi fissi predeterminati di entità ragionevole rispetto ai suoi redditi.
Prevedo comunque che così non sarà, le forti pressioni delle varie associazioni sorte al fine di far cassa, ben inserite politicamente, sapranno esercitare le giuste pressioni.
Staremo a vedere.  
 
Luigi Riccio